Gesù Signore e salvatore è raffigurato come il Buon Pastore, il guardiano delle pecore, la porta che dà la possibilità di entrare al sicuro del recinto e di uscire nelle strade della vita, contando sul suo aiuto. Sono molto belle le espressioni che dice Gesù: "Il guardiano, il buon pastore, apre il recinto e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori, cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce": Poi continua: "Io sono la porta, se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo, perché io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
Queste parole vanno solo assaporate e vissute nel profondo del cuore, in un rapporto personale con Gesù risorto e vivente. È importante sentirci amati e salvati da Gesù, buon pastore, che ha dato la sua vita per noi, perché avessimo la vera vita e l'avessimo in abbondanza. Gesù non toglie nulla, Gesù dà tutto in abbondanza, dà la vita, il senso e i valori importanti dell'esistenza, la serenità, la gioia profonda del cuore, la vera salvezza di tutto noi stessi sulla terra e per l'eternità.
Allora ciascuno di noi può chiedersi: come vivo il mio rapporto con Gesù? Mi affido a lui, mi lascio guidare dalle sue parole, mi lascio salvare dalla sua forza e dalla sua grazia, ascolto la sua voce, lo seguo, torno a lui dopo i miei errori? Cerco di seguire il suo esempio, cammino sulle orme di lui, che ha sopportato con pazienza la sofferenza, che ha portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Così ci dice ancora Pietro nella sua lettera: "Nelle sue piaghe noi siamo stati guariti. Eravamo erranti come pecore, ora siamo tornati al pastore e guardiano delle nostre anime".
Oggi Gesù ci raggiunge e vuole comunicarci una certezza di fede: Egli è l'unico "Pastore", l'unica "Porta", l'unico che ci dà la vita vera e piena, l'unico che ci salva, l'unico che ci ama.
L'iniziativa parte da Lui: "Chiama le sue pecore una per una".
Mai dobbiamo pensare di essere ai suoi occhi degli sconosciuti, come numeri di una folla anonima. “Ognuno di voi è prezioso per Cristo, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto" (Giovanni Paolo II ai giovani). Lui veramente ci libera e ci "conduce" alla vita piena. Ci trascina con sé nel seno del Padre. Egli è la "Porta del Padre" (Sant'Ignazio di Antiochia).
"Le sue pecore ascoltano...conoscono la sua voce". Sono felici di appartenergli, hanno un'intesa profonda con Lui. "Lo seguono". Questo verbo esprime la relazione essenziale del discepolo col proprio maestro. Significa riconoscenza lieta e colma di stupore. Il motivo: "Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al Pastore e guardiano delle vostre anime" (1Pt 2,20-25: II lettura). Quale sicurezza maggiore di questa? Posso ripetere di Gesù: "Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla!". Significa attenzione a Lui, dialogo con Lui, prontezza a vivere la sua parola, testimonianza gioiosa e coraggiosa, disponibilità a soffrire per Lui e con Lui, impegno ad accettare e a svolgere responsabilmente quei servizi nella Chiesa e nella società che Egli ci affida.
Tante volte ci domandiamo quale decisione prendere, che comportamento adottare in situazioni difficili e complicate. Oggi il nostro cuore si apre alla speranza: abbiamo Chi cammina davanti a noi e ci apre la strada. Fare come Lui significa lasciarsi infiammare del suo stesso amore, lasciarsi guidare dal suo esempio, oltrepassare, con Lui, e come Lui, le barriere oscure del male, il tunnel buio della morte...
In questa domenica del Buon Pastore la Chiesa ci invita a vivere l'invito di Gesù che ci ha detto "La messe è molta ma gli operai sono pochi: pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe".
È la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Al Signore, che è Pastore e pastore buono di tutta l'umanità, chiediamo il dono di persone disponibili e generose che sull'esempio di Gesù possano accogliere la vocazione e diventare pastori nella Chiesa e nell'umanità, per portare avanti la missione stessa di Gesù: annunciare la parola di Dio e aiutare nella fede, celebrare i misteri di Dio e offrire la grazia del Signore alle anime, vivere e aiutare a vivere il comandamento dell'amore, per essere veri figli di Dio e veri fratelli con tutti gli uomini, per una civiltà dell'amore che sia speranza e vita per l'umanità.
Queste parole vanno solo assaporate e vissute nel profondo del cuore, in un rapporto personale con Gesù risorto e vivente. È importante sentirci amati e salvati da Gesù, buon pastore, che ha dato la sua vita per noi, perché avessimo la vera vita e l'avessimo in abbondanza. Gesù non toglie nulla, Gesù dà tutto in abbondanza, dà la vita, il senso e i valori importanti dell'esistenza, la serenità, la gioia profonda del cuore, la vera salvezza di tutto noi stessi sulla terra e per l'eternità.
Allora ciascuno di noi può chiedersi: come vivo il mio rapporto con Gesù? Mi affido a lui, mi lascio guidare dalle sue parole, mi lascio salvare dalla sua forza e dalla sua grazia, ascolto la sua voce, lo seguo, torno a lui dopo i miei errori? Cerco di seguire il suo esempio, cammino sulle orme di lui, che ha sopportato con pazienza la sofferenza, che ha portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Così ci dice ancora Pietro nella sua lettera: "Nelle sue piaghe noi siamo stati guariti. Eravamo erranti come pecore, ora siamo tornati al pastore e guardiano delle nostre anime".
Oggi Gesù ci raggiunge e vuole comunicarci una certezza di fede: Egli è l'unico "Pastore", l'unica "Porta", l'unico che ci dà la vita vera e piena, l'unico che ci salva, l'unico che ci ama.
L'iniziativa parte da Lui: "Chiama le sue pecore una per una".
Mai dobbiamo pensare di essere ai suoi occhi degli sconosciuti, come numeri di una folla anonima. “Ognuno di voi è prezioso per Cristo, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto" (Giovanni Paolo II ai giovani). Lui veramente ci libera e ci "conduce" alla vita piena. Ci trascina con sé nel seno del Padre. Egli è la "Porta del Padre" (Sant'Ignazio di Antiochia).
"Le sue pecore ascoltano...conoscono la sua voce". Sono felici di appartenergli, hanno un'intesa profonda con Lui. "Lo seguono". Questo verbo esprime la relazione essenziale del discepolo col proprio maestro. Significa riconoscenza lieta e colma di stupore. Il motivo: "Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al Pastore e guardiano delle vostre anime" (1Pt 2,20-25: II lettura). Quale sicurezza maggiore di questa? Posso ripetere di Gesù: "Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla!". Significa attenzione a Lui, dialogo con Lui, prontezza a vivere la sua parola, testimonianza gioiosa e coraggiosa, disponibilità a soffrire per Lui e con Lui, impegno ad accettare e a svolgere responsabilmente quei servizi nella Chiesa e nella società che Egli ci affida.
Tante volte ci domandiamo quale decisione prendere, che comportamento adottare in situazioni difficili e complicate. Oggi il nostro cuore si apre alla speranza: abbiamo Chi cammina davanti a noi e ci apre la strada. Fare come Lui significa lasciarsi infiammare del suo stesso amore, lasciarsi guidare dal suo esempio, oltrepassare, con Lui, e come Lui, le barriere oscure del male, il tunnel buio della morte...
In questa domenica del Buon Pastore la Chiesa ci invita a vivere l'invito di Gesù che ci ha detto "La messe è molta ma gli operai sono pochi: pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe".
È la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Al Signore, che è Pastore e pastore buono di tutta l'umanità, chiediamo il dono di persone disponibili e generose che sull'esempio di Gesù possano accogliere la vocazione e diventare pastori nella Chiesa e nell'umanità, per portare avanti la missione stessa di Gesù: annunciare la parola di Dio e aiutare nella fede, celebrare i misteri di Dio e offrire la grazia del Signore alle anime, vivere e aiutare a vivere il comandamento dell'amore, per essere veri figli di Dio e veri fratelli con tutti gli uomini, per una civiltà dell'amore che sia speranza e vita per l'umanità.
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