“Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.”
Far brillare il volto, splendido semitismo che indica il sorriso di una persona. Quando sorridiamo il nostro volto si illumina.
Dio sorride, ovvio. Chi ama, anche nelle avversità, sorride.
Il volto di Dio sorridente ci viene svelato dal neonato Gesù.
Dio sorride, non è imbronciato, né impenetrabile, né scostante, né innervosito.
Dio sorride, sempre. Il problema, semmai, siamo noi. Nei momenti di fatica e di dolore non guardiamo verso Dio, siamo travolti dall'emozione, non riconosciamo in Dio nessun sorriso.
Non aspettiamoci che Dio ci risolva i problemi, né che ci appiani la vita o ce la semplifichi.
La vita è mistero e come tale va accolta e rispettata.
Ma se Dio ci sorride, sempre, significa che esiste un trucco che non vediamo, una ragione che ignoriamo, e allora ci fidiamo.
Qualunque cosa succeda nella vostra vita, quest'anno, che Dio vi sorrida, fratello, sorella.
Per accorgerci del sorriso di Dio occorre imitare l'adolescente Maria.
Maria, che festeggiamo con il titolo di "Madre di Dio", è turbata dai troppi eventi che hanno caratterizzato l'ultima settimana: il parto da sola, l'essere lontana dalla sua casa, la sistemazione più che provvisoria, la visita dei loschi pastori. Cosa fa? Serba tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
Meglio, Luca scrive che "prendeva i vari pezzi e cercava di ricomporli".
Manca un centro nella nostra vita, siamo travolti dalla vita vissuta. Come il bucato ammucchiato nella bacinella, ci serve un filo a cui appendere tutte le cose ad asciugare. Questo centro unificatore che è la fede ci è prezioso. Perché non assumerci l'impegno in questo 2008 che inizia, di ripartire da Dio, di mettere l'ascolto della Parola e la meditazione al centro della nostra giornata?
Solo così ci accorgeremo che Dio ci sorride.
Il primo gennaio, infine, da molti anni è dedicato alla preghiera per la pace.
Noi amanti della pace siamo amareggiati per tutto ciò che accade intorno a noi, nel mondo: violenza, guerre, arroganza, un'economia che alimenta ingiustizia; l'uomo sembra non imparare dalla propria storia, dai propri errori, forse non cambierà mai.
La lezione che ci viene dalla fede è semplice: solo un cuore in pace con se stesso, può diventare portatore di pace.
Questo pacifismo cristiano non è una moda da cavalcare, un atteggiamento istintivo, ma la scelta consapevole di chi ha incontrato la pace profonda che solo l'amore di Dio può dare.
Sono portatore di pace perché Dio ha convertito la mia violenza e la mia rabbia e se, talora, l'uomo vecchio emerge nelle mie azioni e in me, so che Dio solo è all'origine dell'accoglienza e della tolleranza.
Per accorgermi di questo devo continuamente convertire il mio cuore: troppa gente usa Dio per giustificare le proprie scelte di violenza.
"Signore, fa di me uno strumento della tua pace;
dov'è odio che io porti l'amore,
dove è offesa che io porti perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è l'errore, che io porti la verità,
è il dubbio che io porti la fede,
dove è disperazione che io porti la speranza,
dove è tristezza che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Signore, che io cerchi non tanto di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare.
Poiché è donando che si riceve; è perdonando che si è perdonati,
è morendo che si risuscita a vita eterna".
E allora ecco l’augurio che dobbiamo farci vicendevolmente: “Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.”
E questo è anche il mio personale augurio, cordiale e sincero, a voi tutti fratelli carissimi: qualunque cosa accada, in questo nuovo anno, che possiate cogliere il volto sorridente di Dio.
Far brillare il volto, splendido semitismo che indica il sorriso di una persona. Quando sorridiamo il nostro volto si illumina.
Dio sorride, ovvio. Chi ama, anche nelle avversità, sorride.
Il volto di Dio sorridente ci viene svelato dal neonato Gesù.
Dio sorride, non è imbronciato, né impenetrabile, né scostante, né innervosito.
Dio sorride, sempre. Il problema, semmai, siamo noi. Nei momenti di fatica e di dolore non guardiamo verso Dio, siamo travolti dall'emozione, non riconosciamo in Dio nessun sorriso.
Non aspettiamoci che Dio ci risolva i problemi, né che ci appiani la vita o ce la semplifichi.
La vita è mistero e come tale va accolta e rispettata.
Ma se Dio ci sorride, sempre, significa che esiste un trucco che non vediamo, una ragione che ignoriamo, e allora ci fidiamo.
Qualunque cosa succeda nella vostra vita, quest'anno, che Dio vi sorrida, fratello, sorella.
Per accorgerci del sorriso di Dio occorre imitare l'adolescente Maria.
Maria, che festeggiamo con il titolo di "Madre di Dio", è turbata dai troppi eventi che hanno caratterizzato l'ultima settimana: il parto da sola, l'essere lontana dalla sua casa, la sistemazione più che provvisoria, la visita dei loschi pastori. Cosa fa? Serba tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
Meglio, Luca scrive che "prendeva i vari pezzi e cercava di ricomporli".
Manca un centro nella nostra vita, siamo travolti dalla vita vissuta. Come il bucato ammucchiato nella bacinella, ci serve un filo a cui appendere tutte le cose ad asciugare. Questo centro unificatore che è la fede ci è prezioso. Perché non assumerci l'impegno in questo 2008 che inizia, di ripartire da Dio, di mettere l'ascolto della Parola e la meditazione al centro della nostra giornata?
Solo così ci accorgeremo che Dio ci sorride.
Il primo gennaio, infine, da molti anni è dedicato alla preghiera per la pace.
Noi amanti della pace siamo amareggiati per tutto ciò che accade intorno a noi, nel mondo: violenza, guerre, arroganza, un'economia che alimenta ingiustizia; l'uomo sembra non imparare dalla propria storia, dai propri errori, forse non cambierà mai.
La lezione che ci viene dalla fede è semplice: solo un cuore in pace con se stesso, può diventare portatore di pace.
Questo pacifismo cristiano non è una moda da cavalcare, un atteggiamento istintivo, ma la scelta consapevole di chi ha incontrato la pace profonda che solo l'amore di Dio può dare.
Sono portatore di pace perché Dio ha convertito la mia violenza e la mia rabbia e se, talora, l'uomo vecchio emerge nelle mie azioni e in me, so che Dio solo è all'origine dell'accoglienza e della tolleranza.
Per accorgermi di questo devo continuamente convertire il mio cuore: troppa gente usa Dio per giustificare le proprie scelte di violenza.
"Signore, fa di me uno strumento della tua pace;
dov'è odio che io porti l'amore,
dove è offesa che io porti perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è l'errore, che io porti la verità,
è il dubbio che io porti la fede,
dove è disperazione che io porti la speranza,
dove è tristezza che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Signore, che io cerchi non tanto di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare.
Poiché è donando che si riceve; è perdonando che si è perdonati,
è morendo che si risuscita a vita eterna".
E allora ecco l’augurio che dobbiamo farci vicendevolmente: “Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.”
E questo è anche il mio personale augurio, cordiale e sincero, a voi tutti fratelli carissimi: qualunque cosa accada, in questo nuovo anno, che possiate cogliere il volto sorridente di Dio.