giovedì 16 febbraio 2023

19 Febbraio 2023 – VII Domenica del Tempo Ordinario

 


Mt 5,38-48 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Capitolo cinque di Matteo: il testo continua ancora a dettare nuove regole comportamentali per il cristiano; Dio vuole che cambiamo mentalità, vuole che la nostra vita ricominci proprio da qui.
Ma allora, che abbiamo fatto in tutti questi anni? Come mai ci sentiamo già dei veri cristiani così come siamo? Che abbiamo fatto di tanto speciale, da sentirci così sicuri, così “santi”, da non preoccuparci più per come in realtà ci sistemiamo le cose a nostro esclusivo vantaggio? 
Si certo, ammiriamo il Vangelo, a nostro modo amiamo anche Gesù, talvolta anche con trasporto: ma poi? Beh, poi abbiamo tanti altri impegni che ci aspettano, tante cose che nessun altro può fare, se non noi: c’è il lavoro, c’è la famiglia, ci sono i figli, ci sono i nipoti; ci sono i parenti, gli amici, i conoscenti, ci sono quelli che rompono in continuazione; poi c’è lo sport, la palestra, la marcia quotidiana; c’è la spesa, la macchina, e perché no? c’è anche finalmente un po’ di relax, di svago, di riposo. Che possiamo fare ancora di più? 
C’è Matteo capitolo cinque: una serie di staffilate secche che ci demoliscono: “Fino ad oggi avete fatto così? Bene: da oggi dovete cambiare: basta pietismo, basta indifferenza, supponenza, superbia, egoismo, basta con furbizie varie. Siate onesti con voi stessi e con gli altri: non perdete tempo a guardare come si comporta la gente; davanti a voi si apre un percorso nuovo, un percorso che vi porterà ad un traguardo unico, chiaro, splendido, fino ad oggi impensabile: Siate santi come il Padre mio”. Allora fermi tutti: a che serve continuare a correre, zigzagando a destra e a manca, senza una vera convinzione, senza alcuna meta sicura, senza alcun risultato utile? La strada giusta è una sola, è quella che ci propone Gesù: sempre in Matteo capitolo cinque: “Beati i poveri, gli afflitti, i miti, gli affamati, i puri…; sarete beati quando vi insulteranno, quando vi perseguiteranno… Voi siete sale della terra e luce del mondo… Udiste che fu detto: occhio per occhio, dente per dente. Io però vi dico: non opporti al malvagio, anzi se uno ti colpisce la guancia destra, tu porgigli anche l’altra…”. 
Abbiamo capito? altro che il nostro “politically correct”: qui siamo decisamente in un’altra prospettiva! È un crescendo, è una escalation di rinunce, di sacrifici: “Ma Signore, non ti sembra eccessivo quello che pretendi dalle nostre deboli forze? Cosa vuoi esattamente da noi?”. E la solita voce dentro di noi ci ripete implacabile: “Voglio che tu sia santo come il Padre mio!”.
Altro che chiacchiere, amici miei. È arrivato il momento di buttarci veramente tutto alle spalle, di capire che non è più possibile condurre una vita, sì, sicuramente corretta, nel rispetto (un po’ addomesticato) anche dei comandamenti, ma appena appena passabile, se confrontata col vangelo di Matteo cinque!
E poi, di quali comandamenti parliamo? Di quelli cristiani? Ma senza Cristo, senza un vero amore per Lui, anche quelli non servono poi a molto: senza la “carità”, infatti, anche i miracoli perdono il loro smalto divino!
Invece, come cambierebbero le cose se ci mettessimo nella prospettiva di Matteo cinque: come cambieremmo anche noi se ci mettessimo nella determinazione di imitare il Padre! La nostra capacità di amare arriverebbe all’assurdo, all’impensabile, perché solo amando ad imitazione di Dio, arriveremmo a capire cosa significhi sentirci anche noi continuamente amati da Lui!
Cosa aspettiamo, allora, di uscire dalla logica dell'occhio per occhio e dente per dente? Quando diremo basta al do ut des? Quando decideremo di farla finita con la nostra fede anestetizzata?
Prendiamo con coraggio in mano il Vangelo, allunghiamo con decisione il passo sulle orme di Cristo, non facciamoci distrarre dagli specchietti luminosi del mondo, siamo seri!
Non trinceriamoci dietro alla scusa che per imitare Gesù sono necessari eroismi sovrumani!”. Nossignori, nulla di impossibile: dobbiamo soltanto mettere la nostra buona volontà, con umiltà, con sincerità: proviamo, sforziamoci, soprattutto ascoltiamo fedelmente la voce di Dio che abita in noi; lasciamoci guidare, lasciamoci consumare dalla sua presenza, perché con Lui tutto è possibile!
Si: questa è la grandezza di Dio: ha lasciato dentro di noi il suo Spirito; nel nostro cuore, nella nostra anima è presente Gesù in persona; un Gesù che da anni, pazientemente, vuol farci entrare in zucca un fatto elementare: Lui ci ama, ci ama continuamente, ci ha sempre amati. Tutti, uno per uno. E non si dà pace nel vederci andare alla deriva, allo sbando.
A questo punto, non vi sembra che sia arrivato il momento che anche noi dobbiamo fargli un cenno, dimostrargli un minimo di riconoscenza, di autentico amore? che ci costa? Basta anche un piccolo cenno, un primo passo, dimostrandogli con i fatti, che sì, anche noi siamo là, dietro i suoi passi; che finalmente abbiamo capito quanto Egli fa per noi, che lo apprezziamo, che vogliamo in qualche modo ricambiare, che vogliamo goderlo sul serio, per sempre.
Proviamoci, facciamolo questo passo, mettiamoci un po’ di entusiasmo: perché è così che imboccheremo la strada giusta che conduce alla santità: quella strada che ci porta a Dio.
Animo, dunque! Osiamo, buttiamoci con entusiasmo, e voliamo in alto, fin lassù! Amen!

 

 

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