sabato 20 dicembre 2008

21 Dicembre 2008 - IV Domenica di Avvento

C'è una progressione nella liturgia dell'Avvento. Nella prima settimana, la figura dominante è Isaia, il profeta che annunciò la venuta del Messia da lontano; nella seconda e terza settimana, è Giovanni Batista, il precursore che addita il Messia presente; nella quarta settimana, la figura centrale, la guida spirituale è Maria, la Madre che dà alla luce il Messia.
Sull'esempio di Maria Santissima, il messaggio conclusivo dell'Avvento è: "Accogliete!"
Accogliete il Signore! Sarebbe inutile preparargli la strada se non lo si accoglie. Ma cosa significa accogliere il Signore? La parola di Dio ce lo spiega con i personaggi di Davide e Maria.
Davide vuole costruire una casa al Signore. È un desiderio molto buono. Ma rischia di instaurare un rapporto con Dio di sufficienza e di distanza.
Sufficienza: Davide si sente di fare una cosa grande per Dio; invece è sempre il Signore che ci dà ogni cosa, ogni bene, ogni possibilità. Distanza: perché la presenza di Dio nel tempio è una sicurezza, perché abita in mezzo ai suoi; a Lui si va ogni tanto, per i sacrifici e le preghiere, perché faccia quello che gli viene chiesto, ma fuori si svolge tutta la vita ordinaria, dei singoli e del popolo.
Per Maria è il contrario. Accetta di fare entrare Dio nella sua casa, nella sua vita, anche se sconvolge tutti i suoi progetti, anche se è difficile capire cosa voglia, dove desideri portarla.
Accogliere il Signore significa fare come Maria. Accettare i suoi progetti, le sue proposte, lasciarsi portare, fidarsi. Ogni giorno, in ogni luogo, in ogni situazione.
Accogliere Dio significa accettare di diventare la sua casa, avere questo ospite unico, infinito nella sua luce, nel suo amore, nella sua bontà.
Questo è avvenuto in maniera unica in Maria. In lei si realizza il progetto di Dio sull'umanità. Maria, questa umile ragazza dice il suo "Sì". Maria, nella sua delicatezza, nella semplicità di quel piccolo paese, Nazareth, accoglie la sua Parola.
"Non temere, Maria".
Non era facile per Maria accogliere questo progetto. Dio non le ha tolto le difficoltà della scelta, perché la sua fosse una scelta libera.
Tanta gente ha dei dubbi. I dubbi non sono peccati, ma una occasione per dare una risposta cosciente, consapevole, per crescere nella fede. La fede non è un sentimento, ma una certezza, in qualunque situazione bella o triste: Dio, il suo amore, il valore della nostra vita nel suo progetto di salvezza!
Maria è un esempio per tutti noi cristiani. Ci insegna come accogliere la Parola di Dio, nella vita ordinaria, nella libertà e nella generosità delle nostre scelte.
Come è possibile?
Lo Spirito del Signore scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra.
Lo Spirito Santo può compiere sempre cose grandi in chi si apre a Lui nella fedeltà e nella generosità del cuore, come ha fatto Maria.
Niente è impossibile davanti a Dio. Tutto è possibile a chi crede, ha scritto un maestro di vita spirituale.
Ed è così che ci si apre a Dio e ai suoi progetti di salvezza che ama realizzare con la collaborazione degli uomini.
"Eccomi, sono la serva del Signore.", con queste parole Maria ha fatto il suo atto di fede. Ha creduto, ha accolto Dio nella sua vita, si è affidata a Lui. Questo significa credere.
E' importante penare alla fede di Maria, perché ci stiamo avvicinando al Natale e la fede è il segreto per fare un vero Natale. Si potrebbe pensare che quella di Maria fosse una fede facile. Invece è stato l'atto di fede più difficile della storia. A chi potrà spiegare Maria ciò che è avvenuto in lei? Chi le crederà quando dirà che il bimbo che porta in grembo è opera dello Spirito Santo? Questa cosa non è mai successa prima di lei e non succederà mai dopo di lei.
La fede di Maria non è consistita tanto nel fatto di credere a un certo numero di verità. E' conistita nel fatto che si è fidata di Dio, si è completamente rimessa a Lui. H accolto Dio nella sua vita. Ha detto il suo "sì" a occhi chiusi. Ha creduto che "nulla è impossibile a Dio". Ha detto il suo sì totale e gioioso.
S. Agostino ha detto che Maria ha concepito per fede e ha partorito per fede, anzi che concepì Cristo prima nel cuore che nel corpo. Noi non possiamo imitare Maria nel concepire e dare alla luce fisicamente Gesù; possiamo e dobbiamo imitarla nel concepirlo e darlo alla luce spiritualmente, mediante la fede.
"Che giova a me - hanno scritto Origene e S. Bernardo - che Gesù sia nato una volta a Betlemme di Giudea, se poi non nasce di nuovo, per fede, nel mio cuore?"
Si tratta così di accoglierlo veramente nella fede, nella vita, nella grazia e nella santità che ci porta, nell'amore al prossimo così come Lui l'ha insegnato e vissuto fin dalla sua tenerezza di piccolo appena nato a Betlemme.

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